A molti di voi sarà capitato di acquistare un vino e leggere in etichetta accanto al nome del vino stesso alcune sigle.
Questo è spiegato dal fatto che in Italia i vini vengono designati con diverse sigle quali appunto IGT, DOC, DOCG che identificano una certa tipologia di prodotto, vinificato in determinate regioni con disciplinari che ne regolano la produzione.
Con la cosiddetta PIRAMIDE dei VINI si esprime una sorta di classificazione che dal basso verso l'alto costituisce una scala qualitativa teorica, basata sulle regole produttive dei vini commercializzati.
Tralasciando di considerare aspetti tecnico/legislativi che renderebbero il discorso solo per addetti ai lavori, cerchiamo di spiegare in parole povere le differenze sostanziali che caratterizzano ciascun gradino della piramide.
Vini da tavola
Rappresentano il livello più basso della piramide.
Sono vini che di fatto non presentano limiti produttivi ma solo qualitativi e analitici, per altro molto ampi (vedi il grado alcolico da 8,5 a 15%vol). Non possono riportare in etichetta l'annata, la provenienza o altre indicazioni qualitative, salvo il colore.
Es: vino da tavola ROSSO o BIANCO.
Vini ad Indicazione Geografica Tipica (IGT):
sono vini che provengono da una determinata area geografica, dalla quale prendono il nome.
Es: Provincia di Pavia, Toscana, Venezia Giulia etc
Sono normalmente regolamentati da un generico disciplinare di produzione e possono riportare sull'etichetta, oltre all'indicazione del colore anche l'indicazione del o dei vitigni utilizzati e l'annata di raccolta delle uve.
Si trovano al secondo livello della Piramide di classificazione, tuttavia tale posizionamento non deve ingannare in quanto esistonno dei vini IGT di altissima qualità, si pensi ad esempio ai "Super Tuscan" che per i vitigni utilizzati non possono rientrare nei disciplinari delle DOC e DOCG.
Vini a Denominazione di Origine Controllata (DOC):
Per denominazione di origine dei vini si intende il nome geografico di una zona viticola, cui viene riconosciuta una particolare vocazione per le caratteristiche dell'ambiente naturale e dei fattori umani che hanno concorso a valorizzarne le potenzialità.
I vini che si avvalgono di tale designazione devono rispettare quanto previsto dallo specifico disciplinare di produzione (approvato con decreto ministeriale) nel quale vengono definite la zona di produzione, i vitigni ammessi, le produzioni e le rese ad ettaro, le caratteristiche analitiche ed organolettiche, fino alla capacità delle bottiglie da utilizzare, il tappo e la data di immissione in consumo.
Prima di essere messi in commercio, devono essere sottoposti ad una analisi chimico-fisica e ad un esame organolettico per i quali le Camere di Commercio (l'organismo pubblico incaricato del controllo) si avvalgono di apposite Commissioni di degustatori professionisti che certificano la conformità a quanto previsto dal disciplinare.
Alcune DOC, tra qui quella dell'OLTREPO' PAVESE, prevedono anche l'applicazione sulla bottiglia di un collarino con stampigliato un numero di serie identificativo che certifica che in bottiglia c'è vino DOC ottenuto secondo disciplinare.
Vini a Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG):
anche questa categoria comprende vini prodotti in determinate zone geografiche, nel rispetto di uno specifico disciplinare di produzione (sempre approvato con decreto ministeriale) ma le DOCG sono risevate ai vini già riconosciuti DOC da almeno cinque anni.
Tali vini per essere chiamati DOCG devono essere sottoposti ad una preliminare analisi chimico-fisica e ad un esame organolettico da parte delle Commissioni di degustazione delle competenti Camere di Commercio,che certificano il rispetto dei requisiti previsti dal disciplinare; tale controllo deve essere fatto partita per partita, prima dell'immissione in commercio in quanto l'idoneità ottenuta ha una durata di 90gg, passati i quali la partita di vino dovrà essere nuovamente degustata.
Tutte le bottiglie di vini DOCG devono obbligatoriamente essere fascettate con contrassegno di stato riportante la denominazione, con sottozona se richiesta, ed il numero seriale.
Ne è un esempio il nostro Spumante Pinot Nero Brut Rosè CRUASE' "La Bolla Rosè"
Questa classificazione fa chiaramente capire come sia più complicato produrre e quindi ottenere una certificazione DOCG rispetto ad una DOC o IGT.....tutto ciò si riflette in costi di produzione diversificati che in fase finale poi si trasmettono sulle bottiglie poste in vendita.